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“IAL ha target collettivi e capacità di risposta a domande individuali”. Intervista a Stefano Mastrovincenzo.

di Giulia Calvaruso
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«Il mio percorso in vari ruoli nella Cisl si è caratterizzato per il tentativo di perseguire un’idea e una pratica di rappresentanza del lavoro, nonché di lettura dei bisogni di inclusione, sviluppo, coesione che fossero centrate sulla persona, sui talenti, sulle capacità e competenze che ognuno possiede. Passare nel 2017 dall’impegno sindacale alla responsabilità in Ial Nazionale ha fatto sì che mi focalizzassi anche sugli aspetti di costruzione e gestione della formazione come servizio rivolto a lavoratori-lavoratrici e alle imprese». Parole di Stefano Mastrovincenzo, presidente di Ial Nazionale.

Quali caratteristiche non possono mancare in un percorso di formazione?

«La coerenza con i fabbisogni espressi, la qualità dei contenuti, la fruibilità e un opportuno coinvolgimento dei partecipanti, il rigore e la trasparenza nella gestione delle risorse da parte di operatori qualificati».

A chi si rivolge Innovazione Apprendimento Lavoro Nazionale?

«Risponde alla domanda formativa delle imprese, rivolgendosi al target collettivo di lavoratrici-lavoratori di aziende aderenti a fondi ed enti bilaterali che finanziano la formazione continua, o di aziende coinvolte in programmi pubblici per la crescita delle competenze in una filiera o in un territorio. Ial Nazionale può operare, per i vari accreditamenti e riconoscimenti, su scala nazionale e, anche in sinergia con le imprese regionali Ial, in comparti specifici o in risposta a esigenze mirate. È l’interlocutore di varie aziende anche sul versante della salute e sicurezza con percorsi consulenziali e formativi dedicati. Gestisce percorsi per rafforzare i ruoli di rappresentanza sindacale, ai vari livelli. Una dimensione quindi collettiva che trova completamento nella capacità di risposta a domande individuali, ad esempio con certificazioni informatiche o servizi di accompagnamento e orientamento al lavoro».

Quanto durano i percorsi di formazione in media e da chi sono finanziati?

«Operando nell’ambito della formazione continua, finanziata prevalentemente da enti e fondi bilaterali o dal ministero del Lavoro o da Inail, Ial Nazionale allestisce progetti che hanno caratteristiche e tempistiche diverse. Da poche settimane, come per esempio la formazione a catalogo per certi set di competenze di base, a dodici mesi e oltre».

Cosa andrebbe fatto in Italia per migliorare e rendere sempre più efficaci le attività e le politiche di formazione?

«La priorità è indirizzare la riflessione di istituzioni e forze sociali sulla necessità di definire un quadro nazionale unitario ed organico per la formazione professionale, ove coesistono responsabilità di Stato e Regioni e di intervento sussidiario, ad esempio con la bilateralità, di sindacati e organizzazioni datoriali. Al netto di ciò che porterà, per l’istruzione e la formazione, l’autonomia differenziata, va detto che il sistema attuale non presenta le condizioni per garantire pari diritti e opportunità a tutti i cittadini, in particolare ai più giovani. La formazione professionale iniziale rivolta ai quattordicenni non è presente per esempio in molte regioni e subisce la frequente messa in campo di sperimentazioni per sostenere l’istruzione professionale di Stato, debole nell’agganciare una domanda formativa “work based”. È importante leggere le richieste di competenze che vengono dai diversi contesti, comprendere le specificità territoriali, ma non possono esserci situazioni in cui, come accaduto per il programma Gol, grande piano di politiche attive finanziato dal Pnrr, la formazione parta in una regione a novembre 2022 e in un’altra a maggio 2024».

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