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CSPS: l’obiettivo è soddisfare i fabbisogni reali delle imprese

di Giulia Calvaruso
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«L’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono»: la citazione di Enrico Mattei in corsivo nella homepage del Centro studi per la programmazione e lo sviluppo fa da sottotitolo all’acronimo Csps. Il Centro studi, con sede a Nocera, in provincia di Salerno, e a Napoli, ha alle spalle quaranta anni di storia, è nato nel 1994, e nelle sue skills la pianificazione, direzione, organizzazione e formazione aziendale. L’attività principale è quella di assistere le imprese nella rilevazione dei fabbisogni formativi a cui segue l’erogazione di veri e propri piani di apprendimento e formazione, aggiornamento e riqualificazione professionale, promozione e implementazione di programmi culturali, regionali, nazionali e comunitari, della pianificazione e sviluppo nel terzo settore, di ricerca pianificazione e sviluppo per le piccole e medie imprese, di pianificazione e consulenza degli enti locali. La puntuale analisi dei processi definisce i fabbisogni reali delle aziende in modo specifico e dettagliato, nella consapevolezza che il pilastro principale di ogni impresa è il capitale umano. Ed è nell’apprendimento continuo, grazie proprio a piani formativi personalizzati, che ogni risorsa umana si aggiorna e si qualifica in modo costante e coerente agli standard evolutivi e produttivi dell’azienda. Un apprendimento sistematico rivolto alle diverse funzioni aziendali a cui sono offerti servizi idonei a rispondere alle esigenze delle imprese, degli enti pubblici, associazioni e stakeholder. Il team del Csps è composto da professionisti ed esperti a cui sono affiancate personalità scientifiche e accademiche specializzate nei settori strategici dello sviluppo. Due importanti partenariati completano in modo innovativo la rete professionale del Centro studi.  Il founder, presidente e rappresentante legale Carmine Ferrentino, è affiancato da Aldo Vastola, direttore del Comitato tecnico scientifico; mentre la direzione dell’area formazione è affidata a Luisa Carrella e il settore progettazione è diretto da Mariangela Serio. Alla gestione Raffaella Maresca, Maria Murolo, Viviana Silvestri. Anche l’area tecnica vede dialogare con l’intero gruppo di lavoro figure specializzate e trova in Mario Ferrentino il responsabile di settore e una collaborazione con Tecnomedia srl-Divisione Informatica. I partner di Csps sono invece Mediterraneo Lab 4.0 srl e Aaif, Associazione per l’apprendimento, l’innovazione e la formazione. La prima, la Mediterraneo Lab 4.0 srl, è una società di consulenza strategica dalle esperienze professionali nel campo dell’innovation management e offre servizi di business model design data driven, innovation strategy, Ricerca e Sviluppo (R&S), smart working, strategia sui piani di welfare. La società nel 2019 investe proprio in ricerca e sviluppo e diventa una start up innovativa e con l’ingresso di nuovi soci si posiziona sul mercato come abilitatore e trasformatore sociale delle tecnologie emergenti offrendo servizi digitali con tecnologie come la Blockchain e l’Intelligenza artificiale attraverso una piattaforma web HR 5.0 denominata Workerd badge/Blockchain credentials brevettata e depositata all’Uibm (Ufficio italiano Brevetti e Marchi) con marchio concesso e registrato in Italia, Europa e Usa e lanciato sul mercato nel marzo 2023.  Altro partner della Csps è l’ Associazione per l’apprendimento, l’innovazione e la formazione. I concetti di transizione ecologica, digitale e sostenibilità sociale sono il focus e pilastri fondamentali della visione Aaif. Il sodalizio cura l’organizzazione e la promozione di attività di ricerca e di progettazione nel campo della didattica, dell’educazione e della formazione formale e non formale. Si occupa della realizzazione (sulla base della legge 14 gennaio 2013 n. 4) di un Registro dei Formatori professionisti e di Registri di qualificazione anche per le nuove professioni, quelle nate in seguito all’introduzione di innovazione tecnologica, digitale ed ambientale.

Carmine Ferrentino: «Sì alla tecnologia, senza mai perdere di vista la persona»

Founder, rappresentante legale e direttore generale di Csps, Carmine Ferrentino è un professionista in continuo movimento, tanto quanto la velocità della trasformazione tecnologica influenza il mercato della formazione. «Sono stato allievo del professore Lucio Valerio Spagnolo. La mia azienda, nata nel 1994, si è subito posizionata nella visione ampia della formazione per le aziende, e non solo, quale motore di sviluppo per il territorio nel quale agisce». Quali sono i programmi che seguite ? «Dicevo che siamo orientati all’economia applicata allo sviluppo del territorio e per far questo ci avvaliamo dei programmi europei e soprattutto abbiamo una visione della formazione continua sempre più legati al concetto di apprendimento permanente, che cioè si nutre di saperi continui e che si evolve si adegua ai tempi. La sua durata, secondo la nostra filosofia, va di pari passo con la vita».  Utilizzate tecnologie di ultima generazione, dall’AI a piattaforme specializzate… «Sì. Seguiamo a ruota l’onda lunga delle innovazioni e con esse ci siamo anche sperimentati grazie all’investimento-partenariato con Mediterraneo Lab 4.0, start up di cui siamo soci al 50%, con la quale abbiamo brevettato importanti strumenti per il lavoro agile. Il partenariato è importante e internazionalizzato».  Quali sono le vostre parole chiave? «Ovviamente ci interessa l’allineamento tra la domanda e l’offerta del lavoro. Siamo ben piantati e ci misuriamo con le due transizioni: quella digitale e quella ecologica, ma ci tengo a tener saldo quello che già trent’anni fa era il nostro slogan: la formazione come leva strategica dello sviluppo. Crediamo fortemente che le trasformazioni in atto debbano continuare a garantire un futuro del mercato del lavoro e lavoro per il futuro. Questo può avvenire grazie alle innovazioni tecnologiche ma anche e soprattutto senza mai perdere di vista la centralità della persona e come diciamo sempre lo sviluppo economico del territorio, che è correlato al benessere diffuso». Qual è l’approccio di Csps? «Si parte sempre dall’analisi dei processi aziendali per definire i fabbisogni in modo specifico e dettagliato. Su questo processo di comunicazione e conoscenza siamo molto ben piantati ed questo che poi permette di conseguire i risultati attesi. Ed è anche questo che ci ha permesso di diventare un network se pur mantenendo la sede legale e amministrativa e una sede accreditata in Campania siamo accreditati anche a Genova, in Lombardia e in Sicilia. Seguiamo circa 120 aziende in settori di importante produttività: come l’agro-alimentare, ad esempio, o anche industrie metalmeccaniche di precisione e stiamo sperimentando una sorta di scuola dei mestieri per formare figure efficaci e con funzioni richieste dalle aziende» Questo aspetto è importante… «Noi progettiamo sempre per competenze: progettare per conoscenze e abilità. Sapere prima di saper fare. La formazione ha sempre più caratteristiche interdisciplinari e anche variabili, per esempio per fascia di età. Noi ci confrontiamo con under 29, ma poi le aziende hanno perlopiù personale che si attesta in una fascia d’età che va dai 30 ai 45 anni, e c’è una buona parte anche di reskilling con gli over 50. Ecco perché quel saper fare diventa anche un filo conduttore che, come dicevo in partenza, è per la vita». Il vostro è un team in cui le professionalità sono ben incasellate «Sì. Abbiamo un totale di circa 30 collaboratori che sono suddivisi per interessi aziendali. Siamo attenti alla parità di genere, che promuoviamo con quasi il 100% con il team interno e il 70% dei collaboratori esterni. Un’attenzione importante insieme al nostro pilastro fondamentale che da sempre sono le competenze». Secondo lei a cosa non fanno attenzione le aziende e su cosa dovrebbero focalizzarsi? «Per noi è fondamentale il raggiungimento degli obiettivi. Le aziende, anche in questo senso dovrebbero prendere consapevolezza del capitale umano. Questo è quanto mai necessario quando se vogliamo parlare di formazione e benessere aziendale. Noi in pandemia abbiamo parlato di “nuovo umanesimo che certamente non può fare a meno delle tecnologie avanzate, ma che deve sempre tenere al centro la persona”». Qual è la sua opinione sull’AI? «C’è la necessità di grande attenzione, poche regole certe da parte di governi e studiosi, e che poi queste regole, una volta poste in essere siano rispettate, altrimenti l’intelligenza artificiale invece di essere coadiuvante diventa destabilizzante.

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