Intervista a Orietta Remmert
Il modo migliore per cominciare è probabilmente una frase trovata sulla pagina Fb di Artù: «Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi». Aforisma utile a introdurci al carattere e alla weltanschauung di Orietta Remmert, cognome prussiano e sorriso mediterraneo, fondatrice e presidente dell’ente formativo.
Non possiamo non prendere le mosse dal suggestivo nome che avete scelto. Siete alla ricerca del Sacro Graal o cosa?
«Quando è giunto il momento di trovare il nome giusto, ci è tornato in mente il racconto delle gesta dei mitici cavalieri-eroi e, come tutti sanno, Merlino si occupò della formazione di Artù. Un compitò che portò a termine, e la crescita del re fu un’impresa riuscita. Un buon auspicio per i nostri clienti».
Una bella idea e una scelta felice. Vuole sintetizzare la filosofia dell’azienda?
«Si può riassumere in una frase: formare per crescere. E i primi che vogliamo formare sono i nuovi imprenditori. Per gli imprenditori come per tutti quelli che vogliono costruirsi una professionalità con i nostri corsi vale la stessa regola: la base è in sé stessi, nella fiducia nelle proprie potenzialità, nella determinazione a rafforzare il proprio carisma, nella capacità di aggregare, armonizzare e saper guidare un gruppo».
Un approccio che si potrebbe definire psicologico.
«A rendere veramente forte un’azienda non è il saldo attivo in banca, non sono i bilanci, ma la solidità interna. Come ci ha insegnato il Covid, resistono le aziende che fanno gruppo. Il vero capitale di un’azienda è innanzitutto quello umano».
Come si impara a fare squadra?
«I nostri formatori insegnano a lavorare sulla personalità, sull’equilibrio, sulle relazioni, perché lo spirito di gruppo prevalga su egocentrismi e ambizioni personali. È fondamentale rafforzare la fiducia in se stessi, prendere consapevolezza del proprio carisma».
Qualcuno potrebbe pensare che come metodo di studio sia impegnativo.
«Al contrario. Lo possiamo riassumere in due parole chiarificatrici: “imparare divertendosi”. È per questo che i nostri docenti non utilizzano quasi mai una formazione standard. I corsi di comunicazione, ad esempio, prevedono molte attività outdoor. Si va dalle uscite in barca a vela al rafting. Percorsi di carattere interpersonale mirati a gestire le emozioni, così da poter di offrire performance sempre migliori e anche, perché no, reggere le crisi senza rodersi il fegato. Avere basi solide significa presentarsi meglio anche ai colloqui di lavoro».
Il futuro di questa «spada nella roccia»?
«Siamo piccoli ma pensiamo in grande. L’Europa ci offre strumenti e fondi che consentono alle aziende di qualificare o aggiornare i propri dipendenti. Sono agevolazioni importanti grazie alle quali gli imprenditori e i loro dipendenti e collaboratori possono far crescere le proprie competenze, raggiungere una professionalità di profilo elevato. Abbiamo già lavorato con grandi aziende, siamo stati i formatori ufficiali di Finmeccanica, ad esempio, ma io vorrei che Artù crescesse ancora, vorrei portarlo in mondi più lontani».