Cinquecento corsi per quasi sedicimila allievi solo nel 2023. Sono numeri di tutto riguardo quelli che può vantare Artù, ente formativo piemontese dal nome che evoca figure e imprese mitiche. E che proprio l’anno scorso ha festeggiato il decimo compleanno. Un’azienda ancora giovane che oltre a essere in netta crescita ⸺ ha da poco aperto una nuova sede a Torino ⸺ può contare su un «curriculum» che elenca nomi importanti come Ansaldo, Alenia e Finmeccanica. Del resto è proprio il mondo delle aziende a costituire una delle priorità: solo nell’ambito dei piani di Formazione 4.0 la società si è occupata di ben 319 corsi per 22 clienti.
Assistenza, consulenza, servizi. Per le aziende che hanno la necessità di realizzare un’adeguata formazione dei propri dipendenti e quelle che non dispongono di una struttura adeguata, ad esempio, Artù mette a disposizione le proprie sedi, dunque aule attrezzate per convegni, seminari, conferenze, meeting e workshop. Insomma, l’obiettivo dichiarato è mettere gli imprenditori in condizione di fare al meglio il loro lavoro e di crescere sfruttando le opportunità offerte da risorse europee e fondi interprofessionali.
Chiave di volta, viene sottolineato dai vertici dell’ente, è sempre la risorsa umana, vera forza motrice di qualsivoglia impresa, che perciò richiede un focus speciale e sollecita il massimo dell’attenzione perché alla base per tutto, a partire dalle relazioni. Una coordinata essenziale che viene da lontano e fa pensare alle parole di uno dei padri degli Stati Uniti: «Essere umili con i superiori è un dovere. Con i colleghi è una cortesia. Con i subordinati è nobiltà». Una nobiltà d’animo, quella indicata da Benjamin Franklin, che proviene dalle fondamenta dell’etica e si declina nell’armonia del gruppo, i cui precipitati sono efficienza, produttività, rendimento e redditività. Ecco il motivo per cui il rafforzamento delle competenze non si limita alle competenze tecniche ma è esteso a quelle relazionali, ecco dove nasce uno dei motti della società torinese: «Formare per crescere».
Oltre alla nascita e alla crescita di piccole e grandi aziende, nel quartier generale di corso Orbassano ⸺ sede centrale e cuore pulsante dell’ente formativo Artù ⸺ sono concentrati sulla formazione professionale di alto livello anche per i cittadini che vogliono mettere le basi per una solida professionalità e dunque creare i presupposti per una soddisfacente attività lavorativa. In virtuosa sinergia con la Regione Piemonte e in linea con le diverse attività previste dalle azioni di sistema, nel solo 2023 Artù ha messo in campo 442 corsi formazione riconosciuti, tra cui quelli per rappresentanti di commercio; agenti di affari in mediazione immobiliari; e per chi vuole attivare un esercizio per la somministrazione di alimenti e bevande e altre attività nel settore alimentare. Le lezioni, per garantire la massima fruibilità, sono anche serali.
Vanno ricordati poi i corsi regionali di apprendistato professionalizzante e di aggiornamento professionale. Una variegata gamma che abbraccia vari settori, tra i quali un corso che in questi tempi di crescente sensibilità ambientale ha una particolare rilevanza, quello destinato a chi deve occuparsi dello smaltimento amianto.
Non mancano poi i corsi rivolti soprattutto ai giovani che vogliono dotarsi di una professionalità specifica per operare nel mondo del by night: in questo caso appare più che calzante quello di «Cocktail-Art», il miglior inizio per una carriera da bar-tender. E si resta nella movida con il corso per addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo, che con espressione più vetusta diremmo «buttafuori» o più elegantemente «addetto alla security», anche questo un corso riconosciuto dalla Regione Piemonte e dalla Città metropolitana. Artù ha dedicato la sua attenzione anche a un altro ruolo professionale che in un Paese come l’Italia ⸺ patrimonio d’arte e di storia più di ogni altro al mondo ⸺ assume un particolare e sempre maggiore rilievo: la guida turistica. Dettaglio tutt’altro che secondario: i corsi di formazione multidisciplinare continua individuale ⸺ che si tengono anche nella sede di via XX Settembre ⸺ sono finanziati al 70% dalla Regione Piemonte e sono gratuiti per chi ha un Isee inferiore a 10 mila euro.
Infine, uno sguardo obbligato è quello sull’innovazione, un altro tema-chiave per le aziende in questo abbrivio di Terzo millennio contrassegnato dal rutilante sviluppo della tecnologia. Nella consapevolezza che, come ha scritto l’economista tedesco Theodore Levitt: «Così come l’energia è la base della vita stessa, e le idee la fonte dell’innovazione, così l’innovazione è la scintilla vitale di tutti i cambiamenti, i miglioramenti e il progresso umano».
Intervista a Orietta Remmert
Il modo migliore per cominciare è probabilmente una frase trovata sulla pagina Fb di Artù: «Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi». Aforisma utile a introdurci al carattere e alla weltanschauung di Orietta Remmert, cognome prussiano e sorriso mediterraneo, fondatrice e presidente dell’ente formativo.
Non possiamo non prendere le mosse dal suggestivo nome che avete scelto. Siete alla ricerca del Sacro Graal o cosa?
«Quando è giunto il momento di trovare il nome giusto, ci è tornato in mente il racconto delle gesta dei mitici cavalieri-eroi e, come tutti sanno, Merlino si occupò della formazione di Artù. Un compitò che portò a termine, e la crescita del re fu un’impresa riuscita. Un buon auspicio per i nostri clienti».
Una bella idea e una scelta felice. Vuole sintetizzare la filosofia dell’azienda?
«Si può riassumere in una frase: formare per crescere. E i primi che vogliamo formare sono i nuovi imprenditori. Per gli imprenditori come per tutti quelli che vogliono costruirsi una professionalità con i nostri corsi vale la stessa regola: la base è in sé stessi, nella fiducia nelle proprie potenzialità, nella determinazione a rafforzare il proprio carisma, nella capacità di aggregare, armonizzare e saper guidare un gruppo».
Un approccio che si potrebbe definire psicologico.
«A rendere veramente forte un’azienda non è il saldo attivo in banca, non sono i bilanci, ma la solidità interna. Come ci ha insegnato il Covid, resistono le aziende che fanno gruppo. Il vero capitale di un’azienda è innanzitutto quello umano».
Come si impara a fare squadra?
«I nostri formatori insegnano a lavorare sulla personalità, sull’equilibrio, sulle relazioni, perché lo spirito di gruppo prevalga su egocentrismi e ambizioni personali. È fondamentale rafforzare la fiducia in se stessi, prendere consapevolezza del proprio carisma».
Qualcuno potrebbe pensare che come metodo di studio sia impegnativo.
«Al contrario. Lo possiamo riassumere in due parole chiarificatrici: “imparare divertendosi”. È per questo che i nostri docenti non utilizzano quasi mai una formazione standard. I corsi di comunicazione, ad esempio, prevedono molte attività outdoor. Si va dalle uscite in barca a vela al rafting. Percorsi di carattere interpersonale mirati a gestire le emozioni, così da poter di offrire performance sempre migliori e anche, perché no, reggere le crisi senza rodersi il fegato. Avere basi solide significa presentarsi meglio anche ai colloqui di lavoro».
Il futuro di questa «spada nella roccia»?
«Siamo piccoli ma pensiamo in grande. L’Europa ci offre strumenti e fondi che consentono alle aziende di qualificare o aggiornare i propri dipendenti. Sono agevolazioni importanti grazie alle quali gli imprenditori e i loro dipendenti e collaboratori possono far crescere le proprie competenze, raggiungere una professionalità di profilo elevato. Abbiamo già lavorato con grandi aziende, siamo stati i formatori ufficiali di Finmeccanica, ad esempio, ma io vorrei che Artù crescesse ancora, vorrei portarlo in mondi più lontani».