«La vita non è trovare se stessi. La vita è creare se stessi», prendiamo in prestito George Bernard Shaw per il titolo di un’eventuale autobiografia di Francesca Massone, la volitiva responsabile dell’area formazione della Form&ATP. Il motivo, intuibile, è presto detto: inarrestabile e vulcanica come la terra dalla quale proviene, macina con determinazione e professionalità, esperienze e contributi in diversi rami della formazione. Laureata in Economia alla Federico II di Napoli con una tesi sul marketing, la manager si occupa di training da oltre 25 anni e, tra le altre cose, siede nel Consiglio generale dell’Unione industriali, sezione Terziario avanzato e nel Consiglio nazionale dell’Associazione nazionale formatori.
Dottoressa, vuole dirci qualcosa del suo percorso professionale?
«Subito dopo la laurea ho avuto un’interessante opportunità lavorativa a Barcellona, mi chiamarono per un colloquio. Nonostante mi avessero scelta, però, alla fine ho preferito restare a Napoli. Così è iniziata la mia sfida personale e lavorativa».
Una scelta coraggiosa, in famiglia come la presero?
«Sono stata fortunata, mi sono sempre stati vicini. Anche papà, che da direttore di una grande azienda conosceva bene il mercato del lavoro, mi ha sempre sostenuta, come professionista e, soprattutto come donna. Sono passati diversi anni e non mi sono pentita».
E la vita privata?
«Ho due figli, di 18 e 20 anni, e continuo a vivere felicemente su un vulcano che ribolle. E a conciliare gli affetti e tutte le esigenze della famiglia con la passione e gli impegni legati al mio lavoro».
Un equilibrio non facile.
«Sono venticinque anni che ho il privilegio di coordinare “persone” e credo fortemente che il rapporto umano venga prima di tutto. Il rispetto per gli altri e l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa sono fondamentali. Una persona serena, che si sente compresa e accettata, è una persona con cui si lavora meglio. Form&ATP sposa la mia filosofia e posso dire, con orgoglio, che la mia azienda è differente».
Il business dal volto umano.
«Il nostro lavoro si focalizza sulla valorizzazione del capitale umano, come potremmo non mettere al centro le nostre risorse? In un sistema in continua evoluzione, come quello in cui viviamo, il vantaggio competitivo è garantito dalla disponibilità di risorse umane fidelizzate e competenti. Una visione diversa determina, a mio modesto parere, danni inevitabili».
In che senso?
«Basta guardarsi intorno. La desertificazione del Sud è frutto sì, di decisioni politiche sbagliate, ma anche di occasioni mancate, risorse sprecate e opportunità non sfruttate al meglio. Quando si parla della “causa “dei problemi si usa la terza persona in modo da non sentirsi parte in causa. Ma la colpa di questo stato di cose è di tutti. Se provassimo a rimettere l’uomo al centro dei nostri ragionamenti forse potremmo provare ad invertire la tendenza. Ma non sono ottimista».
E siamo arrivati al cuore della vostra missione.
«Sarò sintetica: per affrontare un sistema dinamico occorre intervenire sul capitale umano. Imprese e lavoratori per essere resilienti, devono essere flessibili. La flessibilità è garantita solo dal dominio di competenze evolute e aggiornate».
E voi li aiutate ad esserlo, giusto?
«Sì, questo è il nostro lavoro, e lo facciamo con passione e dedizione».
Un esempio per chiudere?
«Siamo in controtendenza. I nostri team sono composti, in maggioranza da donne giovani. Lavoriamo per obiettivi e questo permette una giusta conciliazione tra lavoro e vita privata. Non siamo perfetti, ma risolviamo con l’ascolto e il rispetto le naturali incomprensioni che naturalmente sorgono».
